…Quando però abbiamo iniziato a prendere veramente coscienza delle sue fragilità e soprattutto della loro causa, è iniziato un cambiamento importante in tutti noi: abbiamo iniziato a comprendere e accogliere i suoi disagi, quindi a dare un peso diverso a tutto quanto accade e così abbiamo iniziato a camminare realmente insieme, stando tutti e tre in maniera più serena e libera di fronte alle fatiche e alla sproporzione tra le attese e la realtà, senza mai sentirci sconfitti…

AUTORE

Massimo Castrucci

CATEGORIA

Storie di FASD, In Evidenza

POSTATO IL

4 Agosto 2020

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Massimo Castrucci

L’incontro con nostra figlia è stato fondamentalmente misterioso, perché eravamo pronti ad adottare due fratelli o ovviamente due sorelle o un fratello e una sorella… ma avevamo proprio escluso la possibilità di accogliere una sola bambina. E avevamo escluso anche la disponibilità a patologie che non fossero lievi e reversibili. Invece è andato proprio tutto al contrario, perché nostra figlia ha una FAS completamente espressa e quindi ben presto, se da un lato abbiamo apprezzato la circostanza che la bambina fosse solo una, dall’altra abbiamo sofferto per la necessità di visite, valutazioni e terapie, ma soprattutto per dover fronteggiare situazioni e comportamenti assolutamente imprevisti e molto impegnativi. Ancora oggi la nostra bambina ha un vocabolario molto ridotto per la sua età e spesso si perde nella formazione del pensiero, così come pure nel collocamento dei fatti nello spazio e nel tempo; ancora in presenza di certe situazioni critiche, seppure all’apparenza normalissime, si verificano escalation di disagio che la conducono a reazioni di incomprensibile aggressività. Quando però abbiamo iniziato a prendere veramente coscienza delle sue fragilità e soprattutto della loro causa, è iniziato un cambiamento importante in tutti noi: abbiamo iniziato a comprendere e accogliere i suoi disagi, quindi a dare un peso diverso a tutto quanto accade e così abbiamo iniziato a camminare realmente insieme, stando tutti e tre in maniera più serena e libera di fronte alle fatiche e alla sproporzione tra le attese e la realtà, senza mai sentirci sconfitti. Stanchi, affaticati e spesso preoccupati, ma mai vinti, perché sempre aperti e desiderosi di una vita felice. La bambina non guarirà mai, probabilmente non sarà mai autonoma e non smetterà mai di reagire sopra le righe a fronte di situazioni apparentemente normali (ma per lei evidentemente dirompenti), ma noi genitori camminiamo al suo fianco e lei cammina con noi, certi che la nostra bella storia insieme, grazie al percorso di consapevolezza che dopo aver conosciuto Claudio, AIDEFAD e gli altri amici ha finalmente raggiunto la sua maturità, genera un bene reciproco ed ha un suo scopo ben preciso, ben oltre la fatica che ci riserva ogni giorno (e molte notti). Si tratta di passare dal soffrire per quello che manca al gioire per quello che invece c’è.

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