Prima della guerra un bambino su due negli orfanotrofi ucraini aveva la Fasd. La testimonianza dalla Polonia della presidente dell’organizzazione ucraina Children of Fas: “Stephany gridava sempre e mi chiedeva in continuazione si ci sarebbero stati ancora bombardamenti”. Aidefad: “Disponibili a dare supporto alle famiglie”

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Antonella Patete

CATEGORIA

Rassegna Stampa, In Evidenza

POSTATO IL

12 Aprile 2022

SOCIAL

Redattore Sociale

Ucraina, gli effetti della guerra sui bambini con disturbi da esposizione fetale all’alcol.

ROMA – Olga Bolshova e sua figlia Stephanie sono arrivate a Varsavia da Kiev i primi di aprile, dopo un tragitto tutt’altro che lineare. Olga è la presidente di Children of Fas, un’organizzazione ucraina che raccoglie circa 500 famiglie di bambini colpiti da Sindrome feto-alcolica vera e propria (Fas) o da altri disordini rientranti in quella varia gamma di disturbi associati al consumo di alcol in gravidanza, che va sotto il nome di Fasd. “La nostra famiglia ha lasciato l’Ucraina per proteggere Stepha, la nostra figlia adottiva di sette anni – racconta Olga, con cui Redattore Sociale è venuto in contatto grazie ad Aidefad e Eufasd, le due principali organizzazioni operanti a livello italiano ed europeo a favore delle persone affette da disordini legati al consumo di alcol e droga in gravidanza –. Stepha presenta un alto livello di ansia, che è peggiorato con la guerra. Ha cominciato a dormire male, gridava e mi chiedeva continuamente se ci sarebbero stati ancora bombardamenti. Anche il linguaggio ha risentito della situazione di stress, ha cominciato a parlare come una bambina di tre anni, voleva stare con me tutto il tempo, non mi lasciava mai. Abbiamo provato a ridurre il suo livello di stress in tutti modi e ora le cose sembrano andare molto meglio”.

I disturbi da esposizione fetale all’alcol sono molto diffusi in Ucraina. Secondo Children of Fas riguarderebbe oltre il 5% dei bambini, anche se è la stessa organizzazione a chiarire che si tratta soltanto di stime perché, a causa dell’assenza di diagnosi, non esistono dati veri e propri. Inoltre, stando alle stime di Eufasd, la Fasd riguarderebbe la metà dei bambini ucraini che, prima della guerra, vivevano negli orfanotrofi: un numero esorbitante, dunque, se si considera che alcune delle grandi organizzazioni umanitarie parlano di 100.000 bambini in istituto. “Al momento non abbiamo intenzione di tornare in Ucraina – ha detto ancora Olga –. Abbiamo troppa paura che la Russia bombardi di nuovo Kiev e di non riuscire a proteggere le nostre figlie”. Ma in questi giorni i pensieri di Olga vanno anche a tutti i bambini che, al pari della sua Stepha, soffrono di Fasd….

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