…Nostro figlio ha avuto problemi di iperattività e mancato controllo della rabbia fin da piccolino, ma la situazione è degenerata con l’adolescenza: alle superiori ha iniziato a frequentare cattive compagnie ed a fare un uso sempre più smodato di cannabis….

AUTORE

Prof. Mauro Ceccanti

CATEGORIA

L’esperto risponde

POSTATO IL

28 Giugno 2020

Sono padre di un ragazzo che ora ha quasi 17 anni, adottato a 17 mesi, tolto ai genitori biologici a causa dei loro problemi con le sostanze stupefacenti; non ho il dettaglio di cosa assumessero ma so che si trattava di diverse droghe definite pesanti.

Nostro figlio ha avuto problemi di iperattività e mancato controllo della rabbia fin da piccolino, ma la situazione è degenerata con l’adolescenza: alle superiori ha iniziato a frequentare cattive compagnie ed a fare un uso sempre più smodato di cannabis.
Tale consumo ha acuito ovviamente i contrasti con noi su tutto il resto, ha abbandonato in tre anni tre diversi corsi scolastici, ha iniziato un lavoro dove tutto il guadagno è finito in “erba”, lavoro poi smesso dopo pochi mesi, sono avvenuti furti, aggressioni nei nostri confronti con intervento dei Carabinieri, e vari comportamenti sempre più a rischio.
La situazione è sfociata con un intervento del Tribunale dei Minori che ha disposto l’ingresso di nostro figlio in comunità, dove si trova da poco più di un mese.
Nostro figlio era stato ricontattato circa un anno fa pure dal papà biologico, il quale ha garantito che nel corso della gravidanza la mamma, nel frattempo deceduta, aveva sospeso l’assunzione di ogni genere di sostanza.
Assumendo che ciò corrisponda al vero, vorrei chiedere se l’astensione dall’assunzione di sostanze stupefacenti durante la gravidanza possa scongiurare totalmente ripercussioni sul feto, o se i problemi accusati da nostro figlio non possano essere in qualche modo correlati agli agiti dei genitori nel periodo precedente alla gravidanza stessa, detto che suppongo che in ogni caso, fino a quando la gravidanza non si è manifestata, tali abitudini siano proseguite, pertanto, perlomeno nelle prime settimane di gestazione?

RISPOSTA

Il quesito che lei pone è molto complesso da spiegare e nel contempo molto semplice per le acquisizioni che oggi abbiamo su come funziona il nostro cervello.
Partiamo da suo figlio: l’uso della Cannabis in età adolescenziale è uno dei maggiori problemi della nostra società. Purtroppo è dimostrato che in questa fascia di età si producono danni al Sistema Nervoso Centrale. Inoltre, il consumo di questa sostanza (come quello dell’alcol) ha l’effetto di “porta d’ingresso” all’uso di altre sostanze.
Secondo argomento: consumo di sostanze da parte della madre biologica.
In questo caso c’è da rilevare (come d’altronde ha fatto lei) quando il consumo è stato sospeso. Inoltre, il padre biologico beveva? Perché anche in questo caso si possono determinare danni nel cervello del nascituro se il consumo è immediatamente prima del concepimento.
Potrei chiudere qui, ma ritengo opportuno che siate informati di altre condizioni che possono essere alla base dei problemi del vostro figlio adottivo.
I “disturbi mentali” della madre e del padre possono essere ereditati dai figli: il 50 % del DNA paterno e il 50 % di quello materno vengono a trasmettersi alla prole. Questo significa che se i genitori biologici avevano dei disturbi mentali, i figli ereditano questi tratti. Altra informazione importante è che l’ambiente può appianare l’effetto negativo del DNA, così come può agire su un cervello sano (da genitori senza “Disturbi mentali”) e creare quel disagio interiore che è alla base dell’uso di sostanze che danno dipendenza. Ora, senza voler allungare troppo (ci sarebbe ancora molto da dire) nel caso specifico abbiamo una madre con un vissuto di uso di sostanze (quindi con una vulnerabilità alle stesse e/o possibili “disturbi mentali” predisponenti); inoltre, abbiamo un ambiente familiare (non so per quanto tempo) che sicuramente ha inciso negativamente sullo sviluppo del ragazzo (litigi tra i genitori, violenze, ecc..) che cominciano a determinare il loro effetto negativo già durante la gravidanza.
Come vede i problemi sono molti, il mio consiglio è di far visitare il ragazzo da personale specifico (psichiatra, Psicologo) che possa cercare di individuare i motivi del disagio che influiscono sul comportamento di vostro figlio.
Spero di essere stato chiaro ed esauriente, ove non fosse, può tranquillamente pormi altre domande o chiedermi ulteriori chiarimenti.
Cordiali saluti

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