…Dagli specialisti, dagli educatori e dagli insegnanti sono sempre stata trattata come una svogliata, che non aveva voglia di fare niente… I miei genitori invece hanno sempre pensato che qualcosa in me non funzionava causandomi queste difficoltà, ma nessuno purtroppo credeva loro…
La scuola è stata un disastro, non sono mai riuscita a concentrarmi e a ricordarmi le cose. Anche l’esperienze lavorative sono sempre state un fallimento…

AUTORE

Elena Rasia

CATEGORIA

In Evidenza, Storie di FASD, Associazione

POSTATO IL

15 Marzo 2021

SOCIAL

Indi Mates

Ciao a tutti,

sono Elena, ho 28 anni e sono nata a Bologna.

La mia mamma era una ragazza con problemi di alcol e tossicodipendenza e a causa di questo sono nata prematura (5 mesi) e ho avuto un’emorragia che mi ha causato una paralisi cerebrale.

All’età di un anno sono stata adottata e con i miei genitori adottivi ho intrapreso una vita piena di visite mediche, terapie e tutto quello che mi poteva servire per stare meglio.

A livello motorio ho fatto molti progressi ma ho dovuto fare i conti con un lieve ritardo cognitivo e comunicativo che mi ha causato grossi problemi a livello sociale.

Dagli specialisti, dagli educatori e dagli insegnanti sono sempre stata trattata come una svogliata, che non aveva voglia di fare niente… I miei genitori invece hanno sempre pensato che qualcosa in me non funzionava causandomi queste difficoltà, ma nessuno purtroppo credeva loro…

La scuola è stata un disastro, non sono mai riuscita a concentrarmi e a ricordarmi le cose. Anche l’esperienze lavorative sono sempre state un fallimento.

Non sono mai riuscita a portare a termine un lavoro ed a trovare qualcosa adatto alle mie reali capacità.

Un anno fa, sui social, per puro caso, ho incontrato Claudio e l’associazione AIDEFAD e parlando della mie problematiche insieme a lui mi sono finalmente riconosciuta.

Adesso sono socia dell’associazione, frequento il gruppo di giovani adulti con DEFAD e sto facendo il percorso per la diagnosi.

La mia mamma naturale era seguita dai servizi sociali di Bologna che conoscevano bene la sua situazione. Siamo sempre state abbastanza vicine come posti dove vivevamo, ma nessuno ha mai pensato che i miei problemi potessero venire dal fatto che lei facesse uso di alcol e di sostanze e questo un po’ mi ha dato fastidio perché non era una donna che viveva chissà dove e gli specialisti avrebbero potuto accorgersene prima, invece, l’ho scoperto praticamente da sola l’anno scorso.

Da un paio d’anni vivo a Bologna. Ho ideato e sto realizzando il progetto Indi Mates una chiave per l’indipendenza perché ognuno può essere protagonista della propria vita e anche se non riesce ad essere completamente autonomo può essere indipendente scegliendo. Ad esempio: non so o non riesco a cucinare però posso scegliere cosa desidero mangiare.

Finalmente non mi sento più così tanto invisibile!

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